Come Scrivere una Canzone di Natale
In questo articolo ti mostro come scrivere una canzone di Natale. Scopri come applicare regole musicali precise per rendere subito la tua canzone un inconfondibile brano di Natale.
Scrivere canzoni è tanto un processo creativo quanto l’applicazione di un insieme di regole. Regole che spesso sono piuttosto rigide, almeno se desideriamo che la nostra canzone abbia successo.
Avrai notato che nel caso delle canzoni natalizie, appena ne ascolti qualche nota, anche senza conoscere il titolo, anche se il brano è già iniziato, identifichi subito che appartiene a questo specifico genere.
Come mai? Te lo spiego subito.
Partiamo dal risultato, ascolta “Give a Kiss”, la “canzone di Natale” che ho composto per spiegare questo stile in una lezione del mio Master di Musica da Film.
“Give A Kiss” — Parole e musica Susanna Quagliariello, tutti i diritti riservati
Vediamo in pratica come ottenere un risultato come quello qui sopra.
Ci sono vari stili possibili per una canzone di Natale, ma uno dei più usati e coinvolgenti è un misto di pop e gospel.
Tieni presente che questa guida è diversa dalla guida che insegna come scrivere una canzone e dalla maggior parte degli articoli introduttivi qui su Musica-Digitale. Cerco sempre di semplificare gli aspetti teorici per rendere gli articoli comprensibili anche a chi non ha conoscenze di teoria musicale.
La prima sezione di questo articolo, quella più importante, richiede invece una buona conoscenza della teoria per seguire i vari passaggi che ti descrivo. Perché la natura natalizia di questo pezzo deriva dalla struttura musicale del gospel e devo proprio mostrarti cadenze e intervalli.
La seconda e la terza sezione — dedicate a struttura, testo e strumentazione — sono molto più semplici. Considera però che in questo caso non contano molto le parole della canzone e non conta molto la presenza della classica strumentazione con percussioni dal suono argenteo, cori di bambini e una voce calda e allegra.
L’errore più comune nello scrivere una canzone di genere, sta appunto nel soffermarsi sugli aspetti più evidenti (suono e testo) piuttosto che sulla struttura musicale sottostante.
“Scrivere una Canzone di Natale è facile: parti dalla struttura del gospel.” Condividi su Facebook
Testo e strumentazione possono essere perfettamente natalizie, senza però che la canzone suoni come un brano di Natale.
Invece, se la struttura musicale funziona, anche una strumentazione essenziale è efficace.
Qui vedi le poche tracce presenti nel progetto Logic Pro X quasi definitivo (è la versione precedente a quella in cui ho sostituito la mia voce con l’incisione della cantante che ho ingaggiato).
Gospel e canzoni di Natale
Intanto vediamo cosa è veramente il gospel, e perché è appropriato per la struttura natalizia di una canzone come questa.
Prima di tutto, il gospel è un canto religioso, e fra poco vedremo la somiglianza con una tecnica classica di composizione per film legata alle situazioni spirituali.
Il termine gospel identifica la parola di Dio, e deriva dall’inglese antico “God Spell”. Dove “spell” (e i giocatori di role play fantasy lo sapranno) significa magia, incantamento.
Quindi scegliendo una struttura gospel abbiamo non una, ma già due delle componenti essenziali della nostra canzone.
- La rivelazione di Gesù che è il vero protagonista del Natale
- La magia. Quante volte hai sentito, o usato, l’espressione “magia del Natale”?
Nota che qui con “magia” si intrecciano più significati. C’è l’estasi religiosa, il rapimento di fronte allo splendore divino, ma c’è anche una forma di magia più prosaica (ammesso che un’espressione come “magia prosaica” abbia senso).
È la magia del voler bene, dell’essere buoni, dello scambiarsi doni e del baciarsi sotto al vischio.
“La musica è la vera magia del Natale.” Condividi su Facebook
L’associazione tra gospel e Natale non si ferma però a questi aspetti.
Lo storico della musica Horace Boyer ha dedicato tutta la propria vita a studiare il gospel e ha rilevato come, intorno agli anni ’30, nel periodo della Grande Depressione, siano comparsi i primi adattamenti dei classici Christmas carols in versione gospel.
E questo è uno sviluppo significativo. Nulla unifica le persone quanto la sventura. E la Grande Depressione ha portato, negli Stati Uniti, a una forte contaminazione tra i generi popolari.
Tanto che, già negli anni ’50, il ritmo della musica spirituale afroamericana è diventato uno dei più universali e riconoscibili elementi delle canzoni natalizie, chiunque fosse il cantante o il compositore.
Ecco decifrato il codice (o almeno uno dei codici) che ci permette di ottenere quel genere specifico di musica che associamo al Natale.
La cadenza Plagale
Una prima idea è di ricalcare un aspetto armonico caratteristico dei gospel: la cadenza plagale, cioè IV-I, usandola come parte della progressione armonica del brano.
È la progressione che ricorre in “Oh, Happy Day”, probabilmente il gospel più famoso in assoluto.
Questa è la riduzione della struttura della prima parte della strofa della mia canzone:
Se in questo momento hai un attimo di perplessità, è comprensibile.
Chi ha studiato con me musica per film, sa che c’è un altro nome per identificare la cadenza plagale.
Viene infatti definita comunemente come la “cadenza dell’Amen”, perché era su questa cadenza che si musicava la parola “Amen” negli inni.
La canzone ha una forma più semplice e adotta schemi regolari che sarebbero impensabili nella musica da film, come ho spiegato nell’articolo su come comporre una colonna sonora, che è una guida semplice ma precisa sulle esigenze chiave della musica da film: ricalcare l’azione e esprimere le intenzioni del regista.
Insisto però sul parallelo tra musica da film e canzoni, perché entrambe sono forme musicali che si fondano sullo storytelling.
Una canzone racconta sempre una storia, ed è la sinergia di parole e musica che la rende così attraente.
Quindi, possiamo applicare alle canzoni i principi musicali e narrativi della musica da film. Invece, non sarebbe possibile il contrario: la musica da film non segue schemi definiti come fanno le canzoni.
Quindi, così come ricorriamo all’“Amen” per musicare una scena solenne e suscitare subito nell’ascoltatore un certo tipo di emozione e di aspettativa, possiamo fare lo stesso per una canzone.
Ora, la cadenza plagale (o “Amen”) è imperfetta, diversa dalla cadenza a cui siamo più abituati (la V-I).
Se hai seguito il mio corso, rivedi le lezioni dove trovi l’acronimo PAC, perfect authentic cadence, per apprezzare meglio la scelta.
Nel gospel trovi spesso anche uno sviluppo di questo schema.
Si tratta della cadenza plagale doppia, che alla tonica e alla quarta della tonica aggiunge la quarta della quarta.
In maggiore questo significa vii°-IV-I. È la cadenza della coda di “Hey Jude” (quella dei “Na… na, na…”)
Gli Accordi di Settima
Questo è qualcosa che vedi anche nell’esempio precedente, al Fa7.
Un ottimo modo per dare un feeling gospel è quello di usare gli accordi di settima, in particolare la settima di dominante.
Questo ci permette di trasformare una semplice triade in un accordo più ricco e con delle sonorità jazzy.
Procedere per decime
Questo è il terzo meccanismo che ci permette di raggiungere il risultato.
Un modo molto usato nel gospel per spostarsi tra gli accordi di quarta e prima è di procedere per decime.
Nella canzone che ho scritto, lo senti per la prima volta nell’INTRO, a 00:07 secondi dall’inizio.
L’ho riproposto poi una seconda volta, in forma leggermente diversa, al secondo 00:34.
Per non rendere sterminata questa guida, mi concentro solo su quest’ultimo caso.
In queste battute mi sposto tra due coppie di accordi: da La a Re/Fa#, e poi da Sol a Do/Mi.
“Cammino” tra i due accordi spostandomi di semitono in semitono.
Qui sotto i percorsi che ho usato (forzando gli enarmonici, per chiarezza): Do-Si-Sib-La nella parte in chiave di violino, La-Sol#-Sol-Fa# in quella di basso.
Come vedi in entrambi i casi lo spostamento avviene per decime.
Per individuare subito gli intervalli di decima puoi pensare alla loro versione di intervallo semplice, cioè l’intervallo di terza, trasponendo poi la nota più alta un’ottava sopra.
Ed ecco il risultato, che dà subito una sonorità gospel al passaggio:
Questi sono due esempi di percorso discendente, ma altrettanto usato è il moto ascendente, come ho fatto nell’INTRO di questa canzone.
Qui lo vedi alla seconda battuta, tra il movimento di Sol-La-La#Si e quello, una decima sopra, di Si-Do-Do#-Re:
Un’arma semplice e infallibile.
Scrivere il testo di una canzone di Natale
Adesso che abbiamo visto gli aspetti formali (e indispensabili) della musica, passiamo alla struttura della canzone e alle parole, al testo.
In questo caso ho usato una struttura molto inusuale. Perché mi piaceva e anche perché insegnare sempre e solo i formati standard (per quanto efficaci) dopo un po’ diventa ripetitivo e noioso.
(Così come diventa noioso scrivere canzoni sempre con la stessa struttura. Non sembra invece noioso ascoltarle, almeno a giudicare dalle vendite, come ho raccontato in questo articolo sulla somiglianza tra canzoni pop di maggiore successo.)
La struttura che ho usato per la canzone che hai ascoltato all’inizio è questa:
Già così non è un pezzo pop da hit, visto che secondo David Penn di “Hit Songs Deconstructed”, oltre il 42% delle canzoni commerciali nel 2015 è arrivato ad avere il Chorus all’inizio.
(Eventualmente, per seguire la struttura, fai riferimento alla mia guida alla scrittura di canzoni che ho già indicato sopra. Il CHORUS è il punto chiave di una canzone, quello che rimane in mente. L’Ad Lib. è l’improvvisazione dell’artista che interpreta il brano.)
Per rendere questa canzone un po’ più originale, ho adoperato delle terzine a rima baciata (adesso non intendo terzine musicali, ma strofe di tre versi) per i VERSE.
Ricorda che in inglese il VERSE è la strofa e il nostro “verso” è invece la “line”.
La strofa del CHORUS è invece composta da 6 versi, con un BRIDGE più solenne e raccolto di 4 versi.
Personalmente compongo prima la musica, poi scrivo le parole.
Ho fatto così anche in questo caso, scrivendo il testo con la tecnica del mascherone che ho già spiegato nella guida gratuita qui sul sito e che approfondisco nel mio corso (dove, ad esempio, scendo nei dettagli del metodo che consente di identificare le parole chiave relative ad un genere).
Riporto solo le parole del VERSE iniziale e del CHORUS, con una breve descrizione:
VERSE
Hear: bells ring on Christmas Day
Come: it’s time to play
Look: the star is showing the way
Qui già troviamo la struttura che ripeto per tutti i VERSE.
Ricorda che normalmente la melodia dei VERSE è sempre uguale, cambiano solo le parole e eventualmente una nota o due man mano che si ripete.
Le “parole chiave” del Natale ci sono già quasi tutte. Intanto “Christmas day”. Ma anche la stella cometa, “star”. E l’allegria del giocare: “play”.
Nota come ogni verso (line) sia scandito da una parola. Non una parola qualsiasi, ma un verbo che invita all’azione.
Si dice che il primo verso sia il più importante, e qui siamo già nell’atmosfera vivida del Natale.
Prima, nell’INTRO, hanno suonato le campane. Adesso la canzone non fa altro che confermare quanto suggerito dalla musica: “ascolta, le campane suonano il giorno di Natale”.
Negli altri tre VERSE mantengo lo stesso meccanismo, ma cambio la parola iniziale.
Nel secondo “Now” si ripete due volte, indicando temporalmente cosa sta succedendo.
“Now” non è un verbo, ma è una parola forte. Invita naturalmente a prestare attenzione, allo stesso modo di “here”. Non è un caso che una delle espressioni latine più note, hic et nunc significhi proprio “qui e ora”. Sono parole efficaci.
Nel terzo, dopo il CHORUS, torno ad usare un verbo per due volte: “sing”.
E qui ho giocato sfrontatamente con la rima baciata nei versi “Sing — your voice is like a chime / Sing — this catchy rhyme”.
Nel quarto VERSE niente più verbi che spingono verso un’azione, ma si ripete ogni volta la parola “Dear”. Con “Dear” ho voluto dare una chiusura più intima, con la voce che si rivolge all’ascoltatore.
Questo VERSE l’ho scritto in funzione dell’ Ad Lib. conclusivo, perché conoscevo il talento della cantante alla quale ho affidato la registrazione.
E ci sono poche cose gradevoli quanto rimanere sorpresi dall’improvvisazione di un altro artista dopo aver passato ore a scrivere musica e riascoltarla ossessivamente.
CHORUS
On this day give a kiss
Today, holy day, bring the bliss
Joy to families everywhere
And some joy for people to share
All your friends and loved ones
Holding hands at once
Per il CHORUS ho scelto una struttura energica, ma con un “twist” (un imprevisto) per ridurne l’effetto stucchevole.
Intanto puoi vedere che il titolo della canzone, come da manuale di “songwriting”, è proprio nel primo verso del CHORUS: “Give a Kiss”.
Tornano alcune parole chiave delle canzoni di Natale: “Holy Day”, “Joy”, “Friends”, “Love” e “Family”.
Forse avrei potuto trattenermi sullo zucchero del “si tengono tutti per mano”, ma insomma: Natale viene una volta l’anno.
Quello che vorrei farti notare è il gioco sulla rima dei due versi centrali, “everywhere / share”.
Mentre componevo la canzone, nella mia “temp track” vocale ho sempre cantato everywhere come una terzina discendente.
Puoi ascoltare l’effetto qui (anche se cantare non è il mio mestiere):
Strumenti per un brano natalizio
Come ho già detto in apertura di questa guida, non è la strumentazione che crea l’effetto natalizio.
Però la giusta strumentazione aiuta.
Abbiamo ovviamente il pianoforte, che porta avanti la maggior parte della struttura armonica del brano, insieme a un contrabbasso pizzicato.
Una traccia di percussioni pop dà ritmo e energia.
Una traccia di backing vocals accompagna la melodia della cantante.
Poi, inevitabilmente, ci sono bells, chimes e tutti i piccoli accenti che fanno subito neve e Natale.
Considero gli aspetti tecnici sempre secondari, ma giusto per completezza, per chi lavora con i virtual instruments, questi sono quelli che ho adoperato:
- Il pianoforte Bösendorfer Platinum di EastWest
- L’upright bass di VSL (Vienna)
- Le Studio Sopranos di 8DIO con sotto un layering di Ethera Soul
- Le splendide Realidrums per le percussioni pop
- Hollywood percussions e Symphonic Orchestra Percussions, entrambe di EastWest, per il resto delle percussioni
Però, dopo questa lista di virtual instrument, devo ripetere ancora una volta che la parte importante, quella che dà carattere al brano, è nei paragrafi più noiosi di questa guida.
La cadenza plagale, gli accordi di settima, il muoversi per decime.
“Canzone di Natale: cadenza plagale, accordi di settima, movimento per decime.” Condividi su Facebook
Prova a applicare queste tre tecniche e qualsiasi strumenti usi, otterrai il feeling caratteristico di una canzone di Natale.
Buon Natale!
3 commenti
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Ciao come faccio a creare una canzone di Natale a flauto?(13 anni)
Salve maestra, sono sinceramente dispiaciuto dei pochi “like” dati al suo lavoro, che peraonalmente considero notevole. Può dipendere solo dall’insufficiente visibilità del SEO di Gppgle perchè altri motivi non possono esserci. I suoi consigli sono stati preziosi per il mio hobby di compositore. Spero che un giorno ci si possa incontrare in chat per poter condividere qualche idea.
Cordialità
Gianluigi Dario
Ciao Gianluigi, e grazie per le parole gentili. Sono molto contenta che questo sito ti sia di aiuto per la tua passione.
Per i like, in realtà, è andata meglio di quanto meritassi. Come sai oggi scrivere non basta: bisogna star dietro ai contenuti che si producono, ricondividerli spesso, aggiornare continuamente il sito per fidalizzare i lettori, e così via. In molta parte è proprio il lavoro di SEO di cui parlavi.
Invece io ho passato gli ultimi anni a realizzare il mio master di Musica da Film e a seguire i miei allievi, e per forza di cose ho tralasciato musica-digitale.
Ma spero di poter presto ricominciare a coltivare anche questo giardino, perché è una cosa che mi dà sempre tanta gioia. 🙂
Grazie ancora!