Come cantare Dark Horse di Katy Perry in 20 modi diversi e vincere l’internet
Se leggendo l’articolo sull’intervallo Gotye sei rimasto deluso dal fatto che tanti cantanti usassero lo stesso motivo, ti consolerà sapere che succede anche il contrario: da una stessa canzone si possono ricavare decine di idee, usando tecnica e creatività.
È quello che fa Anthony Vincent, 26enne musicista e video editor, cantando Dark Horse di Katy Perry in venti stili diversi: dai Queen ai Doors, fino a Pavarotti e ai Type 0 Negative (fai sì sì con la testa come me, fingendo di conoscere i Type 0 Negative).
Con questo video Vincent ha totalizzato in due settimane poco meno di 5 milioni di visualizzazioni, ha fatto parlare di sé tutto il mondo, e ha compiuto il miracolo di farmi ascoltare una canzone intera di Katy Perry.
Tutto questo gli è riuscito grazie alla magia dell’arrangiamento.
Accio arrangiamento: la formula magica per rinnovare una canzone
Vincent ti fa ascoltare lo stesso pezzo per 4 minuti, cambiando di volta in volta qualcosa. Per esempio:
- Gli strumenti. Le voci dei Queen, il pianoforte di Jamiroquai, le chitarre metal, ti danno subito l’idea di un genere e di un gruppo particolare, quasi un marchio di fabbrica
- Lo stile. Il lirismo di Pavarotti, il sereno approccio vocale degli Slipknot. Prendi anche il numero 19, dei Type 0 Negative: melodia e accordi sono uguali all’originale, ma il genere musicale è stravolto
- La melodia Persino il motivo può essere cambiato, aggiungendo materiale nuovo o modificando quello esistente come nel segmento 12, quello dei Boyz II Men.
- L’armonia. L’ultimo pezzo, quello nello stile di John Mayer, mantiene un motivo simile ma la chitarra se ne va par conto suo, con accordi malinconici e raffinati, e all’improvviso tutto il brano sembra ricreato dal nulla
- Il ritmo. Dal ritmo originale si passa in un attimo a quello sincopato degli ’N Sync, o a quello da trenino di capodanno di Louis Prima. Il brano cambia passo
L’arrangiamento è tutto questo. Non una semplice trascrizione dello stesso brano con strumenti diversi, ma una creazione vera e propria che può cambiare il tema, le tecniche compositive, la forma.
Il bello di questo gioco è che non ci sono limiti: nessun genere è così lontano da un altro, anche temporalmente, da non poter condividere una stessa idea musicale.
Se non ci credi guarda questo video, anche lui ormai un classico, Evolution of Get Lucky.
Qui il francese PV Nova esegue Get Lucky dei Daft Punk passando da un decennio musicale all’altro, a partire dagli anni ’20 fino a oggi.
Puoi saltare da un decennio all’altro cliccando sugli occhiali nella colonna di destra.
Interessante anche l’ultimo stralcio, quello ambientato nel 2020, in cui la musica è quasi completamente sostituita da un crepitio elettronico.
Mi ha fatto ridere, ma per un attimo ho anche pensato che potrebbe essere l’evoluzione naturale della corsa alla compressione selvaggia, se non ci diamo una calmata.
A cosa serve l’arrangiamento
In conclusione, il bello dell’arrangiamento è che ti toglie ogni certezza.
Vivi una vita arroccato tra quei tre, quattro generi musicali che frequenti, nella convinzione che ce ne siano alcuni inascoltabili, o superati, o semplicemente inferiori.
Chissà quanti giovani appassionati di Elvis pensavano che la musica napoletana fosse roba per nonne che preparano la pizza, prima di ritrovarsi a cantare ‘O Sole Mio con It’s Now or Never.
E chissà quanti di quelli che “io solo funky” avranno ballato un poema sinfonico di fine Ottocento con un brano come questo:
Dove finisce la musica che ti piace e dove inizia quella che “mai nella vita”?
L’arrangiamento serve a spostare questo confine un po’ più in là di quello che avresti pensato.
Take away, lo spiegone in breve:
- Anthony Vincent ha pubblicato un video nel quale canta una canzone di Katy Perry in venti modi diversi. Imitando nell’ordine lo stile di:
- Katy Perry
- Nirvana
- Queen
- Michael Jackson
- ’N Sync
- Iron Maiden
- Jamiroquai
- Pantera
- Frank Sinatra
- Metallica
- Pavarotti
- The Doors
- Run D. M. C.
- Tech N9NE
- Red Hot Chili Peppers
- Slipknot
- Louis Prima
- Boyz II Men
- Type 0 Negative
- John Mayer
- Il video è un esempio straordinario di arrangiamento, il processo col quale in musica si possono cambiare una o più delle caratteristiche di un brano: armonia, melodia, stile, forma, ritmo, strumentazione.
- L’arrangiamento può modificare un brano secondo gradi diversi: superficialmente, per esempio cambiando solo gli strumenti per renderlo più attuale; a un livello più profondo, lavorando sull’armonia; oppure stravolgendo l’originale, con materiale melodico nuovo, introduzioni, transizioni.
- È anche un ottimo esempio di come la musica è musica, al di là di generi e pregiudizi.
2 commenti
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Salve, sono Mauro e volevbo chiedere una cosa:
quello che mi sembra faccia Vincent è copiare/campionare il sound e lo stile specifico di una particolare band/artista: non è inesatto, o almeno riduttivo, chiamarli arrangiamenti? Con arrangiamenti mi vengono in mente generi musicali, queste mi sembrano più parodie.
Può esistere un “arrangiamento Freddie Mercury”?
Ciao Mauro.
La cosa buffa è che il termine parodia, di derivazione greca, indicava proprio una canzone cantata sullo stesso motivo e metro di un’altra, per fini umoristici.
Capisco la tua perplessità ma, per seguire il tuo esempio: per imitare lo stile di Freddie Mercury non mi basta imitarne la voce. Devo anzitutto riuscire a imitare, e quindi arrangiare, il genere musicale delle sue canzoni.
In altre parole: devo saperne abbastanza di musica, e avere abbastanza talento, da individuare i codici di un certo genere musicale (le armonizzazioni, gli strumenti musicali usati, ecc.) e padroneggiarli così bene da riproporli in modo che chiunque possa riconoscerli.
È quello che fa la differenza.
Non basta saper imitare gli strilli di Michael Jackson: bisogna ricreare tutto il sound di una canzone-tipo di un cantante (il modello di chitarra elettrica usato più spesso, uno specifico rullo di batteria, l’andamento della parte melodica) e lo stile (lo swing di Frank Sinatra, l’impostazione vocale di Jim Morrison).
E tutto questo fa parte di quello che chiamiamo arrangiamento.
E la prova di tanta bravura è che, per quanto ne so, Vincent è passato da essere un dipendente di una catena di ferramenta, a gestire un business full time nel quale non fa altro che riarrangiare brani.
E chissà: con le versioni virtuali di cantanti e attori viste negli ultimi tempi (vedi Tupac, Michael Jackson e Audrey Hepburn, che ritornano a interpretare canzoni e scene con una naturalezza da lasciare senza fiato) questo suo talento potrebbe riservarci altre sorprese. 🙂