Come Funziona un Sequencer Midi
Il sequencer MIDI è alla basa di tutta la musica digitale. Consente di archiviare una performance e di riprodurla e come suggerisce il nome è strettamente legato allo standard del MIDI.
Il sequencer, hardware o software, può gestire tutti gli aspetti di una performance musicale: l’altezza e la durata di ciascuna nota, la forza con la quale è stata suonata, l’articolazione usata (staccato, legato, pizzicato…) e così via.
Per compiere queste operazioni, il sequencer si serve del protocollo MIDI, sigla che sta per “Musical Instrumental Digital Interface”. Per una descrizione di base del protocollo MIDI, fai riferimento a questo articolo introduttivo su cos’è un sequencer che spiega le basi nel modo più semplice possibile.
Alcuni tra i software di sequencer più diffusi sono Logic, Digital Performer, Sonar, Cubase, Pro Tools e naturalmente GarageBand.
Col sequencer si può comporre un brano in due modi:
1) Scrivendo un brano nota per nota
La schermata-tipo di un sequencer si chiama piano-roll, ed è divisa in due parti: a sinistra c’è una tastiera, a destra una griglia per inserire le note.
Ogni riga orizzontale della griglia corrisponde ad una nota della tastiera.
Per inserire una nota nella griglia si seleziona lo strumento matita e si disegna una barra all’interno della griglia in corrispondenza della nota desiderata.
La lunghezza della barra disegnata determinerà la durata della nota.
Una volta che una nota si trova nel piano roll, si può:
- modificarne la durata, allungando la barra creata;
- cambiarne l’altezza, selezionando la barra e trascinandola in su o in giù;
- decidere il volume della nota, inserendo i valori nello slot velocity della finestra;
- applicare su di essa ogni tipo di effetto audio.
2) Suonando uno strumento midi e registrando la performance al computer.
Lo strumento midi più diffuso è la tastiera (o master keyboard), ma sono molto usati anche chitarre, batterie (drum machines) e anche strumenti a fiato come le trombe.
Si tratta in ogni caso di strumenti che hanno una “porta midi”, grazie alla quale vengono collegati al computer: in questo modo ogni nota suonata viene inviata al sequencer sotto forma di dato midi ed è pronta per essere registrata e modificata.
Anni fa le porte MIDI erano solo quel classico connettore circolare con cinque tagli a raggiera che vedi qui sopra, ma oggi il formato più comune è quello USB che conosciamo tutti.Dopo la registrazione degli eventi MIDI, possiamo modificarli
Molto spesso i due metodi che ho descritto sopra vengono usati insieme.
Ad esempio: si registra un brano musicale nel sequencer usando uno strumento che invia informazioni MIDI, poi nel sequencer si apre il piano roll della traccia appena registrata.
Qui tutte le note che ho suonato sono visualizzate sotto forma di barre. A questo punto posso perfezionare a mano la performance, aggiungendo o eliminando note, modificando le durate, cambiando le tonalità e così via.
Ci sono anche strumenti per rendere più ordinata e precisa la propria performance (ad esempio guarda l’articolo su cos’è la quantizzazione).
Inoltre, esistono anche basi MIDI pronte (molto utili, ad esempio, i “drum riffs” di batteria) che possono letteralmente essere copiate e incollate nel nostro sequencer.
Ricorda che lo strumento col quale registri il MIDI non influisce sui suoni!
Puoi tranquillamente registrare una parte di trombone con una tastiera, e (se ti vuoi proprio del male) puoi usare una chitarra MIDI per un brano che intendi far suonare da un pianoforte.
Alla fine, i suoni prodotti dipenderanno soltanto dal virtual instrument, mai dallo strumento MIDI che invia i dati al sequencer. Se questa frase ti lascia perplesso, fai riferimento a questo articolo introduttivo su cosa sono i virtual instrument.
Tieni poi presente che anche se la tastiera è in assoluto lo strumento più usato per registrare performance MIDI, non è sempre possibile creare una performance realistica partendo dal MIDI generato con una tastiera.
Una chitarra, ad esempio, puoi suonarla in modi che non hanno un equivalente nei tasti e quindi per renderla realistica dovrai poi intervenire nel sequencer. Si tratta comunque di argomenti avanzati, mentre lo scopo di questo articolo è solo fornire una semplicissima introduzione al funzionamento di un sequencer MIDI.
Se vuoi fare pratica, puoi seguire la guida gratuita a Cubase che trovi nel menu principale in alto, e ti guida all’uso essenziale di Cubase: dall’apertura di un progetto alla scrittura di una parte MIDI.
Se hai domande o suggerimenti, lascia pure un commento qui sotto. Ti rispondo volentieri!