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Note ripetute: come farle suonare bene senza l’effetto mitraglietta

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di Susanna Quagliariello
1 Commento

A volte capita di suonare uno strumento ripetendo velocemente la stessa nota: il risultato può essere disastroso. Vediamo come risolvere il problema.

In questo passaggio di basso la stessa nota viene usata per più volte di fila:


Capolavoro, eh?

È un esempio del terribile machine gun effect, l’effetto per cui la ripetizione meccanica della stessa nota ricorda il suono di una mitragliatrice (machine gun, in inglese), più che quello di uno strumento musicale.

L’effetto è piuttosto comune nelle percussioni, che hanno in genere una ricchezza timbrica minore e quindi un rischio più alto di produrre suoni perfettamente identici.

Ma anche gli strumenti più espressivi sono soggetti al machine gun effect: è il caso di un qualunque strumento che suoni la parte del basso, in cui spesso c’è da ripetere velocemente la stessa nota per dare ritmo al brano.

In un’esecuzione reale questa ripetizione perfetta dello stesso suono sarebbe impossibile. Una piccola esitazione del musicista, un movimento impercettibile del suo braccio, ed ecco che ogni nota prodotta dal vivo è inevitabilmente diversa dalle altre.

Nell’esempio, invece, ho di fatto usato a ripetizione lo stesso campione di nota, e quindi ho ottenuto il medesimo suono per tredici volte consecutive.

In musica, come nella vita, la perfezione è noiosa e suona falsa.

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Come evitare il machine gun effect e ottenere un suono naturale?

1 – Modificare pitch, velocity, timing

La soluzione più semplice è intervenire manualmente su ogni singola nota e modificarne qualche parametro.

Apro quindi il MIDI Editor e modifico leggermente il volume (cioè la velocity), la posizione o l’intonazione di ciascuna nota.

Oppure applico su ciascuna effetti, distorsioni e così via. Questo è l’esempio precedente, con modifiche a velocity, pitch e timing:


E questa è la pagina del Key Editor di Cubase con le modifiche: le note un po’ sfalsate rispetto alla griglia (in modo che non suonino perfettamente a tempo), a volume diverso (come vedi dalle barre verticali di velocity) e leggermente modificate nel pitch, specialmente nella seconda parte (con la riga di comando più in basso):

velocity timing pitch

Va già meglio, ma è una soluzione scomoda per due motivi:

  • I tempi. Intervenire su ogni singola nota può andar bene per un passaggio breve, ma per una traccia intera è un lavoro lungo e faticoso.
  • Le esecuzioni live. Se sto suonando dal vivo con uno strumento MIDI non posso modificare anche i parametri, a meno di suonare con una mano sola mentre con l’altra uso la manopola del Mod. Che brutta immagine.

Per fortuna ci sono diversi modi per aggirare il problema.

2 – I patch Round Robin

Sono dei preset presenti in alcune library, nei quali una stessa nota è stata suonata e registrata più volte. In questo modo per ogni singola nota si hanno più campioni corrispondenti.

E così se premo per tre volte il Do4 suonerò ogni volta un sample diverso di Do4.

I Round Robin hanno un numero variabile di campioni. Nelle library di livello medio-alto sono in genere presenti due o tre sample per nota, fino ad arrivare ai nove della EWQL Hollywood Strings. Ascolta un Basso di questa collezione e confrontalo con quello del primo esempio:

Qui i parametri fondamentali come velocity e durata sono ancora identici, ma ogni nota ha un carattere leggermente diverso dalla successiva: fai caso, ad esempio, a quel paio di note più grattate delle altre.

Posso adesso lavorare sul volume e sull’attacco delle note per differenziarle ancora di più, applicare riverberi per ottenere un suono caldo e così via, ma quello che ho ottenuto con questo passaggio è di partire da una base di suoni più varia e meno macchinosa.

I diversi sample della nota vengono eseguiti in successione. Nel nostro caso avevamo nove sample e quindi, premendo tredici volte il C2, è stato selezionato prima il sample numero uno, poi il numero due e così via; dopo il nono è tornato il primo.

Per avere un controllo preciso su quale RR sample suonerò in un dato momento posso usare il pulsante Round Robin Reset, che azzera il conto e riparte dal primo campione.

3 – Lo script di Repetition

È uno script che modifica leggermente il sample quando viene ripetuto più volte consecutivamente, in modo che suoni ogni volta in modo un po’ diverso.

Ci sono tre modi in cui il sample può essere modificato per evitare il machine gun effect:

  • Usando una nota vicina, risintonizzata alla nota desiderata. Se quindi sto ripetendo un Do, per una delle ripetizioni verrà preso il sample di una nota di un tono o un semitono in alto o in basso, e questa nuova nota verrà risintonizzata al Do che desidero;
  • Spostando l’attacco della nota leggermente prima o dopo l’inizio che abbiamo fissato;
  • Modificando la frequenza, in modo che la nota suoni leggermente un po’ più alta o bassa. E dico davvero leggermente: si parla di differenze di centesimi di semitono, quel tanto da riprodurre la variazione di una performance reale.

Le note del nostro esempio risultano ora diverse soprattutto per l’intonazione:

Anche qui, per avere un buon risultato, dovrò quantomeno lavorare sul volume delle singole note e creare degli accenti, ma grazie alla funzione Repetition il mio punto di partenza è già anni luce più realistico del primo esempio.

Il vantaggio di questo secondo metodo è che è una funzione, non un gruppo particolare di campioni. Quindi posso applicare questo metodo a qualunque sample, senza bisogno di cercare una cartella specifica.

Un’altra differenza rispetto ai campioni Round Robin è che non esistono tasti Reset, e quindi non sono io a decidere quale delle variazioni possibili sentirò. Per me però questa casualità è un vantaggio, perché più naturale, e comunque le variazioni sono davvero sottili, quel tanto che basta a far passare come diverso un suono da un altro.

Sei davvero arrivato a leggere fin qui? Complimenti per la tenacia. Per chi invece ha una vita ricapitoliamo brevemente il problema e le possibili soluzioni:

Il machine gun effect in breve

  • È l’effetto sgradevole causato dalla rapida ripetizione di uno stesso campione MIDI, con un risultato che ricorda i colpi identici di una mitragliatrice.
  • Può avvenire con qualunque strumento, ma è particolarmente evidente nel caso delle percussioni (che hanno un suono più freddo e più difficile da rendere realistico) e con strumenti che suonano la parte del basso (perché spesso si ritrovano a eseguire parti in ostinato).
  • Un modo di evitare il machine gun effect è di modificare a mano alcune caratteristiche dei campioni ripetuti, come la posizione, la durata o la frequenza.
  • Un secondo modo è quello di usare i patch Round Robin, nei quali ad ogni nota corrispondono più sample, e quindi più esecuzioni della stessa nota.
  • Una terza via è di usare lo script Repetition, che modifica leggermente il suono cambiando per ogni ripetizione l’attacco, il pitch o risintonizzando alla nota desiderata una nota vicina.

E tu? Usi tecniche differenti? Condividile nei commenti!

Susanna Quagliariello Autrice pubblicata, laurea in Storia e Critica del Cinema, master di alta formazione, licenza triennale al conservatorio, certificazione specialistica di Composizione e Orchestrazione per Musica da Film. Susanna è amministratore di VFX Wizard srl e direttore di ACD, l’Accademia di Cinematografia Digitale™.

Un commento

  1. Valerio | 6 anni fa

    Sono arrivato per caso alla tua trattazione, anche questa volta ottima. Stavo armeggiando ad alcuni samples di VSL, di alcuni anni fa.
    I nomi dei file hanno una sorta di schema codificato, per es. “VI-14_mV_0’5s_basic” o “VI-14_tr-HS+GS_dyn”. Molte abbreviazioni sono intuitive (14 violini, durata 0,5 secondi, oppure ff, mp, cre, provenienti dalla terminologia musicale), in altri casi misteriose (es. HS, GS, SN, sI ecc).
    Che tu sappia esiste un legenda che sia di aiuto?

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